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Montecorvino di Puglia, ai principi del secolo XIII, dopo anni di splendore e floridezza, incominciò a tramontare precipitosamente. Nel 1303 Pietro D'Angicourt, possessore del feudo di Montecorvino, lo vendette a Bartolomeo Siginulfo, Conte di Telese. Nel 1309 Siginulfo accusato di adulterio con la moglie di Filippo, fratello del Re, riuscì a mettersi al sicuro trasferendosi in Sicilia. La Corte, però, lo condannò in contumacia ordinando la confisca di tutti i suoi beni. Sotto il re Roberto, detto il Savio, Montecorvino fu incamerata al dominio della Corona.

 

In questo periodo Montecorvino, già Università, conobbe un lento e graduale decadimento e per questo motivo, intorno al 1375, gli abitanti, divenuti poveri e affamati cercarono altrove una dimora. Fu proprio in questo periodo che un gran numero di famiglie si stabilì sulla vicina collina, verso ponente: sorse così il casale di Motta. Episodi violenti scoppiarono ovunque nel regno di Napoli. Per la conquista del potere si formarono due fazioni: i fautori degli Angioini proclamarono re Luigi II D'Angiò, il partito dei Durazzo elesse il giovane Ladislao. Montecorvino si schierò con il primo dei due , ma per sua sfortuna la lotta vide vincitore Ladislao. Montecorvino attraversò un duro periodo fatto di saccheggi e spoliazioni.

Dopo la rovinosa campagna di Ladislao, alla fine del secolo XIV, il paese fu abbandonato e i suoi abitanti si diressero in parte verso Pietra, in parte verso Volturino e in parte verso la Terra di Motta che in questo tempo fu designata con la denominazione della città distrutta: Motta Montecorvino. In questo periodo Motta divenne Università (città a sé stante). Il paese era cinto di mura a forma di pentagono e di torri (une delle quali fu trasformata nel 1447 nel campanile gotico che ancora oggi è possibile ammirare) perché lo difendessero dagli assalti dei briganti.


Il venerdì 30 luglio 1627, il paese subì gravi danni a causa del terremoto che colpì la zona subappenninica e l'intera Capitanata. Nel 1657 la popolazione fu colpita dalla peste bubbonica, la quale provocò la morte di circa i tre quarti della popolazione, tant'è che nel 1687 Motta contava soltanto 122 abitanti mentre in precedenza gli abitanti erano circa 500.

 

Agli inizi del XIX secolo nel Regno delle Due Sicilie vi fu un'enorme diffusione del fenomeno del brigantaggio dal quale non rimase immune Motta. La partecipazione nelle bande dei fuorilegge di briganti mottesi fu pittoso benefica. Si deve ad essi, infatti, se il paese non subì saccheggi e ricatti come spesso accadeva altrove. Motta subì molte perdite a causa del colera nel 1865 e della difterite nel 1880, ma riuscì ancora una volta a risollevarsi. Nel 1893 fu istituito nel paese l'Ufficio Postale. Durante la II guerra mondiale anche Motta Montecorvino vide svolgersi sul proprio territorio episodi di guerra tant'è che il campanile gotico fu utilizzato dai tedeschi come fortezza.


[Le notizie storiche qui contenute sono state liberamente tratte dal libro di Pasquale Gramegna "Motta Montecorvino: la sua vita attraverso i secoli".]

Il sito istituzionale del Comune di Motta Montecorvino è un progetto realizzato da Parsec 3.26 S.r.l.

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